Comò lombardo con scarabattolo, della metà del 1700, in noce. Canterano con cornici ebanizzate e fregi dorati.
Scarabattolo sul primo cassettone con sei cassettini interni e uno con sportellino centrale.
Cassetti e bugne sui fianchi sono lastronate e filettate.
Dimensioni: L. cm 142 – P. cm 62 – H. cm 116
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(D,SD) SD,F
Per saperne di più:
Il comò, o cassettone, in origine era un semplice cassone, e fu uno dei primi mobili chiusi a comparire nelle case.
Nel Seicento, con il perfezionamento delle tecniche di falegnameria, il cassone cominciò ad essere arricchito con 3-4 cassetti nella parte inferiore; nacque così il comò, che divenne uno degli arredi più comuni nella storia.
In francese si chiama la commode, per indicare già nel nome la comodità di questo mobile: più pratico della cassapanca e meno ingombrante di un armadio, trovava posto e utilità in ogni tipo di abitazione.
Il comò è un mobile molto capiente, eppure la sua altezza non è mai tale da coprire la decorazione delle pareti, che anzi restano ben visibili, a differenza di altri complementi dalla stessa funzione, come l’armadio e il trumeau, e per questa caratteristica è stato molto apprezzato nei secoli.
Legno ebanizzato:
Con il termine ebano venivano indicati già in epoche remote vari legni di grande pregio, di colore molto scuro o nero. Duri e pesanti, questi legni, provenivano da zone geografiche molto diverse: dall’Africa, dall’Asia e dall’America.
L’epoca d’oro di utilizzo dell’ebano fu il Seicento, in quanto, a partire dal 700, le scoperte geografiche e la conseguente importazione di altri legni esotici misero in ombra questo legno il cui colore cupo non si addiceva alla frivola società dell’epoca.
Il colore nero però manterrà il suo fascino ancora per molti secoli e sarà usato, in ebanisteria, per colorare mobili o metterne in evidenza alcune parti. Il nero, inoltre, sarà usato per imitare le lacche giapponesi.
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