Grande lampada da terra, del 1950, di design, in noce con profili in ottone.
Tutta originale.
Il paralume è in pergamena, lo stelo è in Noce tinto color mogano.
La base è rivestita in stucco bucciardato.
Si presta a molte situazioni di arredo.
Necessita di restauro.
Misure: H. cm 190, ingombro cm 130
(in foto esempi di restauro e cambio della tela del paralume)
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(D,R) – D,SD
Per saperne di più:
L’Italia degli anni ’50 esce da un ventennio di ridotte libertà di espressione e di parole, da una guerra feroce, e vive ancora in un contesto contadino che ne condiziona lo spirito creativo. Ma è un momento storico di grande fervore che arriva da oltreoceano e dall’Europa e mette radici in un terreno già molto fertile.
Sono degli anni ’50 i frigoriferi bombati della Smeg, i primi piccoli elettrodomestici che rivoluzionano la vita delle donne, i primi arredi prodotti in serie e disegnati da professionisti che uniscono la funzionalità ad un nuovo concetto estetico, utilizzando nuovi materiali come la plastica o introducendo in oggetti quotidiani materiali utilizzati nel settore bellico. Che ne siamo o meno felici le più grandi invenzioni approdate nella nostra vita di tutti i giorni arrivano da ricerche e investimenti militari. Pensiamo, una tra tutte, all’introduzione della gommapiuma, materiale utilizzato nell’industria militare, nel settore dell’arredamento.
Ma è quando questo nuovo approccio diventa una vera e propria professione, quella del designer, che alcune delle loro creazioni entrano nella storia, diventando icone rappresentative di uno stile e di un’epoca.
Da Gio Ponti a Franco Albini, a Zanuso, ai fratelli Castiglioni, a Munari nuovi professionisti appaiono sulla scena con grandi idee coniugando l’eleganza della forma alle esigenze funzionali della famiglia moderna. I loro progetti ancora oggi ci rappresentano e non passano di moda, “sono la migliore rappresentazione dello stile italiano”. Continuano a fare scuola in tutto il mondo e a essere presenti nel mercato internazionale. Il successo di questi pezzi si deve anche alla loro qualità, innovazione e ricerca. È negli anni ’50 che molte aziende italiane investono sui grandi centri di progettazione, come l’Olivetti, la Pirelli, la Arflex (che produce gomma) e la Montecatini, cuore della ricerca nella chimica da cui dipenderà il successo della plastica.” (Dalia Gallico, architetto, presidente dell’Associazione Design Industriale della Lombardia).
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