Dipinto sacro XVII secolo, San Giuseppe con Bambino
Pittore emiliano XVII secolo
Olio su tela
Misura: cm 75 x 57
Opera di pittore ignoto, attivo dalla seconda metà del ‘600, questo grazioso dipinto è liberamente ispirato al San Giuseppe col Bambino Gesù di Guido Reni, conservato all’Hermitage di San Pietroburgo, da cui l’artista trae la composizione (qui invertita specularmente) e i colori del panneggio. Ne apporta alcune modifiche aggiungendo i gigli nella mano del Santo, di cui sono l’attributo, ed un panneggio che avvolge la figura del bambino Gesù.
La tenerezza che suscita la carezza del bimbo sulla barba di San Giuseppe e il tema intimo e familiare che trascende il sacro, la sobrietà dei toni giustapposti e caldi, ed anche il formato sempre elegante dell’ovale sono tutti elementi che conferiscono pregio a questo quadro, che pur nella sua semplicità si fa apprezzare.
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(R,M) R,SR
Per saperne di più:
La pittura ad olio nel Seicento rappresenta uno dei momenti più alti della storia dell’arte europea. Durante il XVII secolo, infatti, la tecnica dell’olio su tela raggiunse un livello di raffinatezza senza precedenti. Artisti italiani, fiamminghi, spagnoli e francesi svilupparono linguaggi diversi, ma tutti sfruttarono al massimo la duttilità di questa tecnica.
La tecnica pittorica seicentesca si basava su una costruzione stratificata. Gli artisti preparavano il fondo con imprimiture colorate e poi applicavano successivi strati di pittura. Attraverso velature sottili e sovrapposizioni, i pittori creavano effetti di profondità, volume e luce. Inoltre, l’uso del chiaroscuro e del tenebrismo, reso celebre da Caravaggio, conferiva drammaticità e realismo alle scene. Questa attenzione alla resa luminosa costituì un tratto distintivo della pittura del XVII secolo.
Per quanto riguarda i colori della pittura ad olio nel Seicento, la tavolozza includeva pigmenti naturali e minerali, spesso costosi e difficili da reperire. Tra i più usati troviamo il blu oltremare ricavato dal lapislazzuli, il vermiglione a base di cinabro, le terre naturali come ocra e terra di Siena, oltre al bianco di piombo e al nero d’ossa. Questi colori, miscelati con oli siccativi come quello di lino, consentivano di ottenere sfumature ricche e tonalità intense. In particolare, i fiamminghi come Rubens e van Dyck sperimentarono gamme cromatiche vibranti, mentre gli spagnoli come Velázquez privilegiarono toni sobri e raffinati.
Grazie a questa combinazione di tecniche e pigmenti, la pittura ad olio nel Seicento divenne il linguaggio privilegiato per ritratti, scene religiose e grandi composizioni storiche. Di conseguenza, l’olio su tela consolidò il suo ruolo di strumento principale per l’arte europea.
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