Madonna in preghiera dipinto del XVIII sec
Scuola romana
Olio su tela
Misura ovale: cm 75 x 62
Un’intima rappresentazione di una madonna in preghiera avvolta in una atmosfera morbida e definita da un’acceso chiaroscuro e dai caldi colori, fanno di questo ovale dipinto un piccolo gioiello.
Destinato alla devozione privata, fu un soggetto riproposto costantemente dalle scuole classiciste di fine seicento, qui in evidenza i canoni della scuola romana, del Maratta e ancor più del Trevisani, per una composizione semplice e calibrata, dove la dolcezza del modellato e il raffinato pittoricismo sono ispirati ai modelli bolognesi seicenteschi.
Cornice non coeva.
Per eventuali chiarimenti, ottenere fotografie aggiuntive o per fissare una visita privata, non esitare a contattarci direttamente
Offriamo un vasto ventaglio di servizi di restauro, sia completo che conservativo, per ogni oggetto della nostra collezione.
La spedizione dei nostri mobili è disponibile in tutta Italia e a livello internazionale, garantendo la massima sicurezza nel trasporto. I dettagli relativi alla spedizione saranno concordati in modo personalizzato per assicurare la tua piena soddisfazione.
(SD,SM) SM
Per saperne di più:
Nel 1700, i pittori a olio preparavano i colori artigianalmente, mescolando pigmenti naturali in polvere con olio, di solito olio di lino, che fungeva da legante. I pigmenti arrivavano da diverse fonti: minerali come il lapislazzuli per ottenere il prezioso blu oltremare o la malachite per il verde; vegetali come l’indaco, estratto da piante tintorie; e animali come la cocciniglia, usata per produrre il carminio. Alcuni artisti, inoltre, creavano pigmenti sintetici rudimentali attraverso tecniche alchemiche, come nel caso del bianco di piombo o del giallo di Napoli.
Per preparare il colore, i pittori pestavano finemente il pigmento, poi lo mescolavano con l’olio su una lastra di marmo usando un mazzeruolo, una sorta di rullo. Dopo la preparazione, spesso utilizzavano il colore subito, oppure lo conservavano in piccoli contenitori improvvisati, come vesciche animali o conchiglie, poiché all’epoca non esistevano ancora i tubetti.
Molti pigmenti risultavano tossici, come il bianco di piombo o il verde smeraldo a base di arsenico. Inoltre, non tutti i colori resistevano alla luce o al tempo: alcuni tendevano a scolorire. Per questo motivo, molti pittori preferivano prepararsi da soli i colori, mentre altri si rivolgevano a speziali o artigiani del colore.
In conclusione, realizzare i colori nel Settecento richiedeva conoscenze tecniche, abilità manuale e un’attenta scelta dei materiali. I pittori non si limitavano a dipingere: partecipavano attivamente alla creazione dei propri strumenti, combinando arte, artigianato e rudimenti di chimica.
Seguici su Instagram: www.instagram.com/antichita_emporiodellepassioni/
Chi siamo: www.emporiodellepassioni.com/antiquari-italiani-antiquariato-di-lusso/